La Sala del controllo deve garantire quale minimo requisito la privacy e la riservatezza dell’atleta.
Essa deve comprendere un’area separata per gli adempimenti amministrativi dove l’atleta sceglie un contenitore per la raccolta delle urine, verificando che sia debitamente imballato. Devono essere disponibili almeno tre recipienti. L’imballaggio dev’essere intatto. All’atleta può essere richiesto di lavarsi a fondo le mani, ma solo con acqua, senza usare sapone. Inseguito l’atleta toglie il recipiente dall’imballaggio. Adiacente alla predetta area, è situato un bagno per la produzione del campione biologico. Il regolamento prescrive che la raccolta delle urine avvenga sotto controllo visivo. All’atto della minzione è presente soltanto il DCO ed eventualmente altro DCO abilitato di supporto al primo.
In caso di atleta minorenne, ovvero diversamente abile, su specifica richiesta, può essere presente anche una persona di fiducia dell’atleta. Nel locale adibito al controllo, oltre al personale addetto al controllo, sono ammessi soltanto l’atleta convocato, una persona di sua fiducia o l’interprete talvolta e gli Ispettori Investigativi Antidoping del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute e osservatori della WADA nonché osservatori di NADO Italia.
Per l’analisi sono necessari almeno 90 millilitri di urina.
Il kit contiene un flacone per il campione A (etichetta rossa) e un flacone per il campione B (etichetta blu), singolarmente sigillati. Il codice numerico sulla confezione, sui flaconi e sui tappi dev’essere identico.